Chi dal centro di Falconara Marittima sale a Falconara Alta, percorrendo la centrale Via Matteotti, a cinque minuti di cammino, trova, sulla destra, un ampio piazzale, sul cui fondo si erge la bella Chiesa di S. Antonio da Padova, edificata ed officiata da 50 anni dai Frati Minori.
Essa sorse in due anni di intenso lavoro e fu inaugurata solennemente il 22-7-1934 dall'allora Arciv. di Ancona Mons. Mario Giardini. Molti falconaresi non più giovanissimi l'hanno veduta crescere e, in breve, divenire centro, per opera degli stessi Frati, di intensa vita religiosa, sociale e culturale.
L'opera fu voluta e realizzata da un illustre francescano, il P. Ferdinando Diotallevi, allora Ministro Provinciale dei Frati Minori delle Marche, il quale, già per molti anni Superiore della Custodia di Terra Santa, con tenace volontà, fervida fede e grande capacità, aveva arricchito i Luoghi Santi di nuove e splendide Basiliche.
Falconara Marittima 50 anni fà, era già un bel Centro con alcune migliaia di abitanti, ma aveva una sola piccola chiesa posta lungo la Via Flaminia ed ora demolita. Il Padre Diotallevi percepì questa lacuna e decise di fare alla cittadinanza uno splendido dono: una nuova e grande chiesa da dedicare al Santo francescano più popolare, S. Antonio da Padova.
Il disegno, dell'Ing. Raniero Rocchetti, fu realizzato con amore e perizia, dalla Ditta Vincenzo Grifoni. È di stile romanico: l'esterno è tutto mattone a vista; ha un solo portale, in pietra serena, e arricchito da colonnine. La bellissima facciata, preceduta da un portico ad arcate su colonne alternate a pilastri, è ornata da un'ampia trifora con vetrata a fuoco: vi sono effigiati, al centro, S. Francesco d'Assisi, e ai lati due Santi Francescani: Benvenuto da Ancona e Giacomo della Marca, opera del francescano Arturo Cicchi. Sopra la trifora domina uno splendido mosaico che rappresenta S. Antonio mentre predica ai pesci: è del Prof. Evandro Monticelli e Carlo Simonetti, su cartone del Prof. Giulio Bargellini. Degli stessi autori è pure il bel mosaico nella lunetta sopra il portale, che rappresenta la Madonna addolorata. Sul fondo della Chiesa svetta un agile campanile (mt. 27) di forma quadrate e con due lunghe monofore per ogni lato; ha una scala a balza, vero modello del genere, che permette l'accesso alla cella campanaria.
A lato del piazzale della chiesa sorge un monumentino in bronzo raffigurante S. Francesco con la pecorella; il basamento è in pietra del Monte Subasio di Assisi; fu eretto nel 1964 ed è opera di Mario Bellagamha e Mario Farnelli.
L'interno, maestoso e di grande effetto, è lungo mt. 37, largo 14,50, alto 8,50. È a tre navate coperte da volta a crociera su costoloni a tutto sesto e separate fra loro da pilastri polistili sormontati da capitelli cubici; è rifinito, nelle strutture portanti, in finta pietra serena e, nella altre superfici, a intonaco liscio.
Le finestre bifore della navata centrale e le trifore del presbiterio, hanno vetrate a fuoco con immagini di santi e sante francescani; i due finestroni dell'abside, anch'essi con vetrate a fuoco, ripetono il motivo del giglio di S. Antonio e il monogramma di Cristo di S. Bernardino da Siena: sono tutte del Cicchi.
La volta del presbiterio e dell'abside ha una ricchissima decorazione del Toscani di Fermo, coadiuvato dal Cicchi e dal Pesarini.
Nelle pareti laterali dell'abside vi sono due quadri: la morte di S. Antonio del Toscani (1937), e l'apparizione del bambino Gesù a S. Antonio di Felice Atzori e Mario Pesarini (1949). Nelle due pareti del presbiterio, due grandi quadri a tempera dell'Atzori, rievocano due celebri miracoli di S. Antonio: la predica ai pesci e la mula che adora il SS.mo Sacramento (1938).
Il bel coro in noce del '700, proveniente dal convento, ora chiuso, di S. Martino in Arcevia, è sormontato circolarmente da un finto graffito su fondo oro, da cartoni dell'Atzori, ed esecuzione del Cicchi e del Pesarini: rappresenta, nei personaggi principali, l'epopea francescana nelle Marche.
L'altare maggiore, come i due di fondo delle nuvate laterali, sono ricostruzioni di altari del '500 e '600, appartenenti a chiese di Roma demolite per far posto a Via dei Fori Imperiali: sono ricchi di marmi antichi e pregiati.
La decorazione delle due cappelle di fondo delle navate laterali e dei due altari che si fronteggiano, più vicini al presbiterio, è del Cicchi.
Tre trittici, posti su altrettanti altari laterali, con figure della Vergine, di S. Giuseppe e di Santi e Sante francescani, sono dipinti a olio su tela: quello a destra di chi entra è dell'Atzori, quelli a sinistra, delle Suore Missionarie francescane di Maria.
Il bel Crocefisso, ora troneggiante sull'altare maggiore, è una copia, in bronzo fuso, di quello del Donatcello, esistente nella Basilica del Santo a Padova. Le Statue di S. Antonio, del Sacro Cuore, dell'Immacolata e l'artistico Presepio, in legno, provengono dallua bottega artigianale di Ferdinando Primoth di Ortisei.
Nella sacrestia ci sono due grandi armadi in noce del '600.
Sotto la navata laterale destra c'è la cripta, a cui si accede dalla chiesa per una rampa di scale; vi si conservano i resti mortali del B. Filippo da Todi (+1418), qui trasferiti dalla chiesa francescana di Casteldemilio, ora diroccata; vi si allestisce anche, per il Natale, un bel Presepio.
Per ricordare più degnamente il 50° della erezione della chiesa, il suo interno è stato ritinteggiato ed è stato rifatto il pavimento in marmo, rispettando disegni e colori precedenti.
Contemporaneamente al sorgere della chiesa, veniva edificato un nuovo ampio convento a forma di U, destinato ad abitazione dei religiosi, a sede della Curia provincializia dei Frati Minori, del Liceo classico per i giovani aspiranti al Sacerdozio e della Biblioteca, ricca di incunaboli e di manoscritti che risalgono fino al sec. XIV: essa ha lo scopo di raccogliere opere di autori o di soggetto francescani su scala internazionale; è anche affiancata da una vasta sezione di storia marchigiana.
Il terremoto di Ancona del 1972 ebbe gravi conseguenze per l'edificio conventuale che, avendo subito lesioni, venne per quasi la metà demolito, perché, posto a monte della chicsa e ad essa appoggiato, sembrava ne compromettesse la stabilità.
In data 25-5-1968, l'allora Arcivescovo di Ancona, Mons. Felicissimo Tinivella, O.F.M., per soddisfare gli accresciuti bisogni di una popolazione in rapido aumento, erigeva una nuova Parrocchia con il titolo di S. Antonio da Padova e l'affidava agli stessi Frati Minori, con sede nella loro chiesa.
È impossibile anche solo accennare alle varie attività sopratutto pastorali, culturali e sociali che sono fiorite e succedute per opera dei francescani all'ombra della loro chiesa e convento in questi 50 anni. Ricorderemo solo la presenza per un dodicennio (1954-1966) del Collegio Apostolico, ricco di numerosi e valenti oratori che hanno portato il messaggio di Cristo e di Francesco in tutte le parti d'Italia, le Associazioni giovanili sempre numerose e vivaci in ogni arco di età, l'Ordine Francescano Secolare, la Corale per il servizio liturgico, il Circolo-ritrovo per i militari del CAR, l'Arena per il cinema all'aperto, la squadra di Pallavolo arrivata in serie A, ecc., e, con il sorgere della Parrocchia, le molteplici attività che una grande Comunità di oltre 7000 persone oggi richiede.
Tra i numerosi Religiosi Francesani che in questi 50 anni hanno lasciato a Falconara una traccia indelebile, meritano particolare menzione, oltre al fondatore P. Ferdinando Diotallevi (+1958), Monsr. Pietro Moretti (+1970) per oltre 40 anni Missionario in Cina e Prefetto Apostolico di Tungchow; il servo di Dio P. Alfredo Berta (+1969) di cui è iniziato il processo di santificazione; Fra Arturo Cicchi (+1972) maestro del colore e del vetro, qui più volte ricordato; il Prof. Emilio Pettinelli (+1980) organista e maestro del coro; P. Guido De Vito (+1973) amabile zelante sacrista per alcuni decenni; gli ancor viventi P. Alfredo Polidori, valente oratore, Segretario e Consigliere dell'Ordine e poi Custode di Terra Santa; P. Giuseppe Ramoni educatore di tanti giovani e realizzatore della gran parte delle numerose e vaste strutture ricreative oggi a servizio della Parrocchia; P. Pietro Giovannetti che è stato alla guida della Parrocchia quasi dalla sua erezione fino al settembre del corr. anno (1984); Fra Dante Bucarini approdato a Falconara con i primi mattoni per la chiesa, instancabile questuante per il sostentamento dei confratelli, noto e caro a tanti falconaresi, soprattutto per quanto di bene e quasi di eroico ha fatto a tanti cittadini in mezzo alle rovine, ai lutti e alle sofferenze dell'ultima guerra.
Testo ed immagini edite per il cinquantenario della chiesa
Testo: p. Giuseppe Trillini o.f.m.
Fotografie: dott. Giuseppe Campana